La fumaria cresce un po’ ovunque, appartiene alla famiglia delle papaveraceae ed è di carattere infestante, la troviamo principalmente di due varietà, spesso coesistenti, la fumaria officinalis e la fumaria capreolata.
Riconoscere la fumaria è piuttosto facile dati i suoi caratteristici e abbondanti fiori e distinguerne la varietà è semplice perché la fumaria officinalis ha fiori rosa intenso quasi porpora mentre la fumaria capreolata ha fiori biancastri, rosati solo nelle sommità.
La fumaria prende il suo nome dall’ odore che emana quando la si strofina o la si estirpa che ricorda appunto un aroma fumoso, in passato si credeva che questa pianta nascesse direttamente dalle esalazioni del terreno.
Alcuni invece sostengono che il nome fumaria derivi dal fatto che il suo succo fa lacrimare gli occhi come quando siamo esposti al fumo.
In erboristeria trova impiego per le sue proprietà sudorifere, vasoprotettrici, depurative del fegato e delle vie biliari ma viene anche utilizzata per produrre un auto rimedio contro la psoriasi, agisce anche come antiaggregante piastrinico.
Può avere un’azione sedativa e in passato veniva utilizzata anche ridurre per l’insonnia e gli stati di agitazione.
In ultimo ma non per importanza è utile in caso di ipertensione per regolarizzare la pressione.
Tra i suoi componendi quello più di spicco è l’acido fumarico.
La droga utilizzata sono le sommità fiorite.
La raccolta va effettuata in primavera, alle prime fioriture tra marzo e aprile.
La fumaria ha un livello di tossicità molto basso tuttavia questo non la esime dal poter dare controindicazioni se assunta ad alti o errati dosaggi.
La diarrea è una delle controindicazioni più comuni ma è bene fare molta attenzione soprattutto se si assumono farmaci sedativi in quanto la fumaria va in interazione con questi.
Rivolgetevi sempre al medico o all’erborista prima di improvvisare con soluzioni caserecce.
In cucina le sommità più tenere possono essere aggiunte a zuppe e minestre e conferiscono un sapore amarognolo, con alcune carni questo aroma diventa interessante da provare.
Anche in cucina è bene consumarla con parsimonia per le stesse motivazioni legate all’utilizzo dell’infuso e della tintura madre.
Se impiegata nella stampa botanica dona una bella impronta, il colore non rimane particolarmente carico ma lo è abbastanza da rendere la fumaria officinalis meritevole di essere inserita nella composizione.