STORIE D’INVERNO E DI RADICI: IL PORRACCIO


Iniziamo un nuovo percorso con una rubrica che ci terrà compagnia per qualche settimana.

Il martedì sarà il giorno in cui scopriremo insieme come l’inverno può regalarci comunque delle sorprese anche se tutto sembra dormire.

Impareremo a conoscere quello che si nasconde al calduccio sotto terra e come renderlo elemento forte della nostra dispensa.

Qualcuna probabilmente la conoscerete già e scopriremo come anche gli utilizzi più comuni possano celare delle curiosità, altre le scopriremo insieme ed arricchiranno il vostro sapere naturale.

Quel che è certo è che il mondo delle radici è affascinante quanto quello di ciò che cresce in superficie solo un po’ più misterioso.

Come al solito eviterò i paroloni più tecnici e incomprensibili ai più, per quello ci sono luoghi certamente più consoni di questo che vuole solo essere una guida all’utilizzo quotidiano del sapere popolare e di quello che è andato perduto o quasi.

Inizieremo dal porraccio che abbiamo raccolto questa mattina.

Il porraccio fa parte delle alliaceae ed è molto comune nella zona mediterranea, a prima vista potreste confonderlo in mezzo alla gramigna se vi trovate in un prato fitto ma se aguzzate la vista non faticherete a vederne le differenze, le foglie nastriformi hanno un bel verde intenso e la consistenza è piacevolmente corposa fino alla fioritura ma presto seccano o divengono marcescenti.

Si raccoglie dall’inverno ad inizio primavera, quando le foglie sono belle e si consuma sia la parte aerea che il bulbo.

Potrete usarlo sia crudo che cotto, da solo o per insaporire altre pietanze.

In medicina popolare è conosciuto per le sue svariate proprietà, principalmente quelle antielmintiche, diuretiche, febbrifughe e per le punture di insetti.

Sul piano nutrizionale fornisce un ottimo apporto di potassio e buono di vitamina C, calcio e magnesio.

Domani nel ricettario troverete qualche idea per cucinare questa piccola delizia.


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