STORIE D’INVERNO E DI RADICI: la curcuma


Oggi vi racconto una storia, è una storia antica che profuma di terre e tempi lontani, una di quelle storie che davanti al fuoco, in inverno, tengono compagnia.

La curcuma negli ultimi anni si è ritagliata un posto nelle mode più disparate alcune degne di nota, altre da dimenticare e di certo quasi tutti avrete sentito, poco o tanto, parlare di lei ma è in un tempo molto più lontano che la sua storia inizia.

Iniziamo con le presentazioni…

Innanzitutto cos’è la curcuma?

E come arriva ad essere la polverina gialla che troviamo sugli scaffali dei negozi?

La curcuma è una pianta appartenente alla famiglia delle zingiberacee come lo zenzero e il cardamomo, in qualche vivaio potrete trovarla come pianta ornamentale perché è bella a vedersi e fa un fiore meraviglioso composto da un grande involucro di brattee che vanno dal rosa pallido fino a un rosa molto intenso, quasi fucsia ma è possibile anche trovarne di bianche e al loro interno si nascondono i veri fiori, gialli a volte con screziature tendenti all’arancione.

Non è il fiore però e nemmeno le foglie che colorano di giallo le nostre pietanze, bensì il rizoma.

Il rizoma una volta estratto viene mondato, cotto e solo successivamente essiccato e macinato.

Oltre che come curcuma questa spezia è conosciuta con il nome di zafferano d’india anche se con lo zafferano non ha nessun legame se non il colore e in realtà nemmeno quello se non ad uno sguardo poco attento.

Un’altra cosa che ha in comune con lo zafferano purtroppo non è molto etica ma viene fatta comunque ed è utilizzare la curcuma per “tagliare” lo zafferano che spesso acquistate ad un prezzo così conveniente…

La curcuma la ritroviamo già nella storia degli Assiri che la utilizzavano come colorante per le tinture dei tessuti, gli indiani invece la utilizzavano in cucina e ne riconoscevano le proprietà curative.

Per quanto riguarda il suo utilizzo terapeutico non ci soffermeremo su questo aspetto, se non brevemente, in quanto le sue doti farmacologiche sono ampiamente ricercabili su siti ben più autorevoli in materia di questo, mi limiterò a dirvi che molte delle proprietà attribuite alla curcuma dall’ayurveda si sono rivelate degne di controprove scientifiche e altre sono ancora in fase di ricerca e valutazione, ciò che è certo è il suo potere antinfiammatorio, la sua capacità di alleviare i problemi legati alla digestione, in pomata o unguento aiuta a risolvere problemi cutanei e in polvere accerela la cicatrizzazione e previene le infezioni.

La curcumina  ovvero il principio attivo della  curcuma, opportunamente lavorato è impiegato anche come analgesico in alcuni farmaci per il mal di testa.

La medicina popolare vede la curcuma impiegata insieme a miele a zenzero  nel trattamento del mal di gola.

Detto questo proseguiamo…

E scopriamo un altro utilizzo interessante di questo rizoma, stavolta legato alla bellezza, in india e in Cina particolarmente la curcuma è impiegata per preparare una maschera che promette una pelle perfetta, io mi domando però se il suo potere colorante giochi un ruolo più o meno rilevante, considerando la loro naturale colorazione di pelle rispetto alla nostra quindi andremo a provare questa maschera…

L’ho provata evitando esperimenti sul viso, quindi la mano mi sembrava ragionevole…e ho fatto bene.

Dopo averla fatta agire per circa 15 minuti ho rimosso la maschera che nel frattempo si è asciugata.

E già la colorazione non lasciava presagire nulla di buono ma ho pensato che forse lavando accuratamente la parte il colore sarebbe andato via.

In realtà no…si è solamente attenuato.

La pelle risulta molto liscia, con uno splendido effetto mat ma direi che sul viso non è l’ideale, la colorazione è ancora evidente dopo 24 ore.

È altrettanto vero che su una pelle più olivastra probabilmente tende ad uniformare l’incarnazione e perde questo effetto giallino… cercherò una volontaria per testare anche su di lei l’effetto e vi saprò dire…

Se volete provare questa maschera assicuratevi quindi di non avere impegni…per un paio di giorni!

Passiamo a ciò che interessa noi sulla curcuma ovvero la capacità tintoria e l’utilizzo in cucina.

La curcuma come tintura.

La curcuma fa parte di quelle spezie che ci regalano un bel giallo se usate per tingere.

Potrete usarla per tingere tessuti e filati oppure per decorare splendidi biglietti di auguri e ancora come mordente per il legno.

Io amo aggiungere un po’ di curcuma quando realizzo le stampe in ecoprint, dà quel tocco di allegria che è sempre ben visto!

Per tingere i tessuti mi piace moltissimo, il tono è di un bel giallo intenso e la colorazione si stabilizza molto facilmente.

Quando utilizzo la curcuma per l’ecoprint la utilizzo sia fresca che essiccata e in entrambi i casi è una soddisfazione.

I tessuti assumono una colorazione diversa in relazione allo stato di partenza della curcuma ma il prodotto finale è sempre stupendo.

Passiamo alla cena!

In cucina trova davvero un vastissimo impiego e personalmente la adoro infatti la metto in moltissimi piatti.

Una delle preparazioni più famose a base di curcuma è il latte dorato o golden  milk.

Il latte dorato si prepara utilizzando curcuma, miele, latte vegetale e un pizzico di pepe nero per aumentare la biodisponibilità della curcumina che senza un po’ di aiuto è molto bassa.

È ottimo e favorisce un buon sonno specialmente in quelle sere dove ci sentiamo più affaticati o se durante le giornate invernali abbiamo preso freddo.

La curcuma in realtà sta bene un po’ con tutto dal dolce al salato ma ci sono a mio avviso associazioni di sapore che la rendono davvero straordinaria ad esempio una ricetta che adoro è il pollo alla curcuma.

INGREDIENTI:

Petto di pollo

Salsa di soia

Latte di cocco

Germogli di soia

Curcuma

Aglio

Sale

Olio evo

Riso thai

PREPARAZIONE:

Tagliate il petto di pollo a bocconcini e mettetelo in una padella abbastanza larga.

Aggiungete un filo di olio evo e iniziate a farlo rosolare a fiamma allegra girandolo spesso con un cucchiaio.

Quando inizierà a prendere colore aggiungete l’aglio secco, una generosa manciata di curcuma, un pizzico di sale, uno di pepe nero e continuando a girare sfumate con la salsa di soia.

Quando il pollo avrà preso un bel colore dorato e la salsa di soia si sarà consumata aggiungete il latte di cocco, girate velocemente e abbassate la fiamma, lasciate ora cuocere girandolo di tanto in tanto per circa 10 minuti.

Nel frattempo mettete a cuocere il riso thay, non fatelo bollire per poi scolarlo ma cuocetelo in proporzione 1 a 2, in questo modo rimarrà estremamente profumato.

1 parte di riso per 2 di acqua salata, mettete in una pentola la quantità di riso e acqua che vi occorrono e ponete a cuocere a fiamma dolce e coperto con un po’ di sfiato, quando l’acqua si sarà consumata il riso sarà cotto.

In un’altra padella mettete i germogli di soia ad appassire con fiamma allegra girando spesso, aggiungete due cucchiai di salsa di soia e lasciate sfumare.

Ora siamo pronti ad impiattare…

 Buon appetito! 

Visto a quante cose si presta la curcuma?

È una spezia che in casa non deve mai mancare e quando avrete preso confidenza con lei non ne potrete più fare a meno!

Oggi vi ho raccontato la sua storia e mostrato come utilizzarla a grandi linee ma la ritroveremo spesso andando avanti perché per me è uno dei cardini portanti nella vita quotidiana.

Quindi se vi affascina l’idea di dare anche alle vostre case un tocco con il colore del sole continuate a seguire ciò che faccio ogni giorno…

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